Perché I costi delle mascherine sono andati alle stelle? Domanda ricorrente in molti telegiornali, ed argomento classico da talk show che accusa il farmacista o il commerciante di turno di essere uno speculatore. Capisco che in questo periodo tutti abbiano molto tempo libero per parlare, soprattutto quelli che non sanno di cosa si parla, e l’ansia del momento dia facile sfogo al populismo più sfrenato classico della nostra epoca ,alla ricerca sfrenata e a prescindere di un colpevole da additare.

Capisco anceh  anche che concetti complessi con molte sfaccettature non possano essere troppo ridotti a cose semplici per le masse , pena errori grossolani , ma è il caso di fare chiarezza.

Iniziamo con un cenno “storico” dunque: le nostre mascherine, o per meglio dire DPI, erano un oggetto da fai-te-te, bricolage o poco oltre. Escludendo naturalmente quelle per uso medico-sanitario che erano, sono, e saranno sempre dei prodotti di alto o altissimo livello tecnico (e costo) in quanto sterili e soggetti ad ulteriori normative.
In quell’epoca, quando gli unici clienti erano sparuti singoli che estemporaneamente verniciavano qualcosa, o l’uso professionale era limitato magari alle industrie alimentari o a qualche carrozziere , si può facilmente comprendere che la domanda in termini di volume era – diciamo – bassa.

Prima legge dell’economia dei prezzi: bassa domanda chiama bassi prezzi. Sennò a chi le vendi?

Inoltre , c’erano i tempi per comode ed economiche importazioni in nave ( circa 2 mesi di transito) , e non vi erano grosse pressioni di controlli ovunque , giusti giustissimi ma che richiedono altro tempo – e rischi che significano altri costi – che nessuno vuole aspettare o sostenere.

Tutto ciò , ha obbligato l’offerta a regolarsi  di conseguenza – pena la non vendita dei dispositivi senza se e senza ma – delocalizzando la produzione in paesi a basso costo, per esempio la Cina, e allineandosi ai volumi richiesti dal mercato – cioè bassi.

Provate Voi a costruire in Italia o in Europa in generale un bene dal valore così esiguo ( almeno allora) e volumi così bassi. I costi del personale , delle tasse e dell’infrastruttura vi costringeranno brevemente a chiudere. Fallimento sicuro.

Pensate ad esempio al perché le fabbriche di pannolini per bambini sono enormi aziende con forti presenze in Italia, e quelle delle mascherine no.

Di pannolini ( oggetti più tecnologici di quanto pensiate) , ne servono sempre tantissimi , ed il loro spostamento ( anche in nave ) è cosa assai complessa e costosa visto il loro ingombro . Ergo ha senso produrli anche in Italia. Ne servono tanti e la gente è dispota a pagarli.

A Marzo di quest’anno, purtroppo, arriva il Coronavirus in Italia, e la nostra  mascherina diventa – di colpo – un prodotto monouso quasi obbligatorio per ognuno di noi (55 Milioni di italiani) e la domanda va alle stelle.

Cosa succede ai prezzi? Vanno alle stelle pure quelli. È naturale.

Anche perchè tutti le vogliono , e subito! Ergo via a costosissimi ultrarapidi trasporti in aereo .
Soprattutto nel momento iniziale quando il sistema non era ancora in grado di reagire immediatamente e le famose mascherine, semplicemente, non si trovavano.
Ad aggravare il problema del costo alla fonte, c’è  come già accennato il problema del trasporto che improvvisamente diventa urgente, urgentissimo. La Cina non è dietro l’angolo e le normali catene di distribuzione “a basso costo” delle mascherine da bricolage di cui parlavamo prima, hanno sempre usato la nave con un “transit time”, come si dice in gergo, di circa 2 mesi.

Possiamo permetterci di aspettare tanto oggi ? No.

Ed allora serve l’aereo, che ha ovviamente un altro costo (*) ed altri tempi.

Quindi in 3/4 giorni abbiamo la merce in Italia? No!

In 3/4 giorni – se tutto và bene perchè di aerei disponibili sull anostra testa in questi giorni ne passano veramente pochi –  arriva la merce alla dogana e, solo dopo aver compilato scartoffie , pagato dazi ed atteso i loro tempi che nessuno può contestare (6.6% sul valore della mascherina e del trasporto!!) e iva  ( 22%) sul valore della merce (incluso quello del supercostoso trasporto e del dazio anche sul trasporto !!), finalmente questa può raggiungere i nostri magazzini.
Sì, avete capito bene: l’importatore paga dazio e iva in anticipo su tutta la merce importata calcolandone il nuovo valore come valore alla partenza + costo di trasporto, il quale incide tantissimo nel nostro caso considerato il basso valore per kilogrammo del volume di merce che vola. Praticamente nel momento sbagliato, un trasporto può costare una bella fetta del costo della mascherina alla fonte, soprattutto per quelle più a basso costo.
Infine, come se la situazione non fosse già complicata ed i prezzi non fossero alle stelle, come già acennato  la disponibilità di “stivaggio” nei vari aerei che volano sopra le nostre teste, è crollata in seguito alla drastica diminuzione dei voli attivi stessi. Già, le merci non viaggiano solo sugli aerei cargo, ma anche su quelli passeggeri. Escludendo poi la enorme compicazione che molti paesi che ospitano scali internazionali vitali per i trasporti ,  hanno  contingentato l’esportazione delle maschierine per – forse- giusti motivi di emergenza. Ergo se ti presenti col tuo carico di mascherine li potrebbe darsi che no ti fanno più uscire e ti sequestrano tutto. Ci portereste il vostro carico pagato in anticipo??

Pensavate che fosse finita? No!

Dunque , le restrizioni di alcuni stati sovrani che bloccano voli da/verso diverse destinazioni, o le restrizioni sull’esportazione di determinati materiali (tra cui casualmente le mascherine che servono a tutti) non stanno facilitando in alcun modo l’importazione di mascherine e respiratori. Se foste dei traportatori passereste da quegli aeroporti? Difficile. Così anche noi ci troviamo a dover riprogrammare la rotta facendo il giro del mondo: 3/4 scali, passaggi aereo caion , o piuttosto noleggiamo un 747 privato nostro e non facciamo scalo da nessuna parte. Tutte operazioni poco economiche se avete idea di quanto potrebbe costare un giretto di mezzo mondo con un jumbo jet…
Leggete qui sotto: questi sono i nostri “forwarders”. Grazie!

https://moondo.info/come-arriva-il-materiale-sanitario-in-italia/?utm_source=Moondo&utm_campaign=3fc2718244-RSS_EMAIL_CAMPAIGN_SuccedeOggi&utm_medium=email&utm_term=0_0a513e4fab-3fc2718244-392290829

(*) Costo del trasporto aereo: è stabilito da regole IATA tariffando quale tra il peso effettivo o il peso volumetrico è di valore maggiore.

Il peso effettivo lo conosciamo tutti.
Il peso volumetrico consiste invece nel volume della merce in metri cubi moltiplicato per 167 nel caso di trasporto aereo . Mistero… ma è così. Volere o NON volare. Un esempio pratico: 1 metro cubo di mascherine- diciamo circa 5000-10000 mascherine ffp2 ( dipende molto dagli imballi su cui avrò da dire sotto)  “pesa e si paga per ” 167 kilivolume o 30/40 kg. Per le famose Chirurgiche che chirurgiche non sono il conto è anche più sfavorevole per via della loro conformazione / peso.
Inoltre, il costo del singolo kgvolume, era di circa 6/7$ fino a febbraio mentre ora (2 aprile 2020) è di circa 30€. Con una semplice moltiplicazione scoprirete quanto costa trasportare 1 metro cubo di mascherine . Ovviamente a questo risultato ci saranno da aggiungere dazi doganali e iva. Sì, avete capito bene, parliamo di oltre 5000€ a bancale, che diventano 5300€ col dazio (6,6%) e circa 6800€ iva inclusa. Solo di trasporto, a cui andrà ulteriormente sommato il costo delle mascherine.
Parliamo di 30- 60 centesimi  centesimi a mascherina…solo di trasporto . Oltre dazio , iva etc etc etc.

Costi delle mascherine

Considerato il costo di una mascherina alla fonte, nelle attuali condizioni di trasporto aereo con costi fuori controllo (al 2 aprile 2020, e ci auguriamo che scenda presto) abbiamo immediatamente una % significativa da sommare per il trasporto (stimiamo dal 30 al 100% a seconda del valore alla fonte) e in più un altro 30% per iva e dazi.

Per cui la mascherina che alla fonte valeva 1 è già raddoppiata: e parliamo solo di costi.
Poi qualcuno dovrà importarla, distribuirla e venderla. Nessuno lavorerebbe gratis, tranne chi sostiene che tutto costi troppo e che tutti gli altri siano speculatori chiaramente. E soprattutto nessuna azienda si assumerebbe dei rischi per nulla. Spero siate tutti d’accordo.

Eh sì: sia l’importatore, il distributore e il rivenditore hanno delle spese! Ovviamente non voglio giustificare chi prende una mascherina a 1 € e la rivende a 15. Voglio solo spiegare con dati alla mano da dove arrivano questi costi.

Aggiungo un’ultimo commento . Questo “mercato” delle mascherine è estremamente rischioso ai tempi nostri. Giusti controlli serrati sulle certificazioni da parte di ogni organo dello stato , dogane , leggi che cambiano in continuazione fino ad arrivare a contingentare il prezzo di alcuni tipi di mascherine stesse , con buona pace di chi – forse aveva i magazzini pieni.

Voi coprireste solo le vostre spese o tentereste di remunerare giustamente il vostro rischio ?

Comunque , a parte queste considerazioni d’impresa che non pretendo capiscano  tutti, abbiamo tutti chiara menzione di cosa successe al pane durante i moti di milano : una memoria manzoniana certa . Forse non tutti però. Ma ricorderemo presto.

Grazie per aver letto la presente fino a questo punto.