Secondo studi molto recenti, il coronavirus appare di dimensioni fra 0,06 e 0,14 micron come mostrato qui sotto possiamo notare dall’estratto di un interessante studio canadese.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come fa un respiratore che filtra particelle da 0,3 micron a filtrare un virus da 0,1? Non dovrebbe “passare” essendo di dimensioni inferiori?
Purtroppo (o meno male) le cose sono estremamente più complesse e come vedremo le risposte sono più positive.
Innanzitutto il respiratore è stato certificato per filtrare particelle da 0,3 micron perché ritenute medie dalla norma. Gli aerosol di prova hanno particelle più piccole e più grandi di questa soglia ma a quei livelli non si possono avere aerosol con particelle perfettamente uguali ed in numero controllato. Nella realtà, i respiratori filtrano anche particelle più piccole. O almeno speriamo. Io ne sono abbastanza certo e cerco di riassumere di seguito quanto ho potuto studiare.
Particelle così minute, tipo le 0,1 micron del nostro odiatissimo coronavirus, a causa della loro piccolissima massa e dimensione interagiscono con le molecole dell’aria stessa (ossigeno, idrogeno etc.), generando un moto “perturbato” quando in movimento non spontaneo (ad esempio se spinte da altra aria convettiva). Accade quasi una sorta di “flipper” molecolare detto moto browniano (brownian motion) che le manda in direzioni casuali fra loro e le rende così più semplici da “catturare” lato filtro se questo ha una struttura sufficientemente stratificata e non omogenea (ecco perché le maschere filtranti non sono di cotone – realizzato mediante tramatura omogenea). Per semplificare, potremmo dire che è come se si infilassero da sole nelle cavità del filtro.
Possiamo poi aggiungere che uno scenario reale non è caratterizzato da un singolo virus isolato che vaga, dotato di pensiero infettante, mobilità e traiettoria… Infatti tutti i nostri studiosi, medici, infettivologi a cui mi rimetto totalmente, ci avvisano che dette trasmissioni aeree avvengono per virus contenuti su goccioline di saliva “sparate” dal più o meno ignaro paziente infettivo.
E quanto è grande una goccia di saliva nebulizzata?
Quasi impossibile da predire, ma altrettanto impossibile che sia inferiore alle dimensioni ampiamente filtrabili dalla nostra mascherina.
In parole povere: i nostri effluvi per quanto polverizzati dai nostri eventuali starnuti, sono certamente molto più grandi di singoli virus o batteri e del famigerato 0,1 micron.